Idylio è il ristorante (1 stella Michelin) del The Pantheon Iconic Rome Hotel. In cucina lo chef Francesco Apreda, i cui piatti sono in perfetto equilibrio tra richiami alle radici partenopee e fascinazioni orientali.
Quando si va in un ristorante importante c’è bisogno di tempo per metabolizzare e valutare l’esperienza. Il mattino dopo essere stato da Idylio, ancora in dormiveglia, ho ripensato alla cena e ho sorriso. Con la porta dell’inconscio appena socchiusa, è impossibile mentire a se stessi: ero stato bene e le aspettative, altissime, non erano andate deluse.
I percorsi degustazione
Varcato l’ingresso della sala, si viene proiettati in un ambiente rarefatto, che la mia mente associa arbitrariamente ad atmosfere Lynchiane (è un complimento).
Una volta seduti, ci si trova di fronte a un crocevia, la cui prima strada porta a Napoli, con il menu intitolato Terra Mia, come il primo album di Pino Daniele. L’omaggio si completa con un richiamo a Napul’è, traccia di apertura del disco, nel Babà “Mille Culure” con alloro e albicocche, altamente “Instagrammabile”, che viene servito in chiusura del percorso di cinque portate (120 €).
Iconic Signature è invece una carrellata dei piatti più rappresentativi della carriera di Francesco Apreda (sei portate, 140 €). Tecnica ed estro raggiungono picchi elevati nel percorso Sapidità Essenziali, sette piatti in cui le materie prime, coadiuvate da spezie, brodi e fondi, riescono a esprimersi prepotentemente senza l’ausilio del sale (160€).
Infine c’è l’Idylio’s Butterfly, per chi come una farfalla vuol volare liberamente da un menu all’altro. 4 piatti compreso un dessert (100€), a cui si possono aggiungere ulteriori assaggi (20 € l’uno). Quest’ultima soluzione è quella per cui ho optato: dopo aver indicato alcuni punti fermi, mi sono lasciato guidare dallo chef.
e caviale albino – Sciabola alla brace vista Positano, con scarola ripiena e mela rosa
I piatti imperdibili
Non starò qui a tediarvi con la critica dettagliata delle sei portate che ho degustato, comunque tutte ottime, accontentatevi delle foto con la didascalia.
Concedetemi tuttavia di raccontarvi almeno i due piatti più entusiasmanti, ma non prima di una doverosa premessa. L’unico motivo per cui non ho ordinato i Cappellacci di Parmigiano e Brodo di tonno è perché li avevo già provati altre volte, ma se siete alla prima esperienza con chef Apreda, non perdeteveli per nessuna ragione al mondo. Altrettanto imprescindibili si sono rivelati Terra e Iodio e i Maccheroni Arruscati al Ragù Napoletano.
Il primo è un antipasto delle Sapidità Essenziali: una crema di patate con dadini di topinambur e salse varie (al riccio di mare, al nero di seppia e alla barbabietola). Radici e tuberi si sposano con gli elementi marini e spezie: gusto esplosivo e impiattamento degno di Pollock che nella mia testa fa partire gli Stone Roses.
Dal menu Terra Mia, i Maccheroni sono un vero comfort food che sa di domenica sera, quando la pasta al ragù avanzata a pranzo viene “arruscata” in padella e il sugo si “azzecca” diventando un concentrato di sapori. Lo chef esaspera l’umami e la sapidità riducendo il ragù ad un estratto, impreziosito da una miscela di ben venti spezie, qualche foglia di lattuga di mare e erbe aromatiche, mentre le spuntature di maiale diventano gustose polpettine.
Una sala che funziona perfettamente, grazie a un servizio per niente ingessato, rende l’esperienza da Idylio ancor più piacevole. Offerta dei vini, come prevedibile, ampia. Tra le tante etichette sono riuscito a beccare un Riesling naturale che ha egregiamente accompagnato l’intero pasto.