Il 21 ottobre a Roma è stata presentata la Guida Ristoranti d’Italia del Gambero Rosso 2025. Oltre alle consuete novità tra gli indirizzi segnalati, a premi e riconoscimenti vari, si tratta di un’edizione diversa da quelle del recente passato.
Il cambio di passo è stato dettato dal nuovo direttore Lorenzo Ruggeri e dalle curatrici Valentina Marino e Annalisa Zordan. Proprio in un articolo di Annalisa Zordan, viene presentata questa piccola rivoluzione, con tanto di manifesto in 10 punti per ribadire il nuovo corso. Sono stati poi apportate migliorie formali, perlopiù grafiche.
Le birrerie fuori dalla guida Ristoranti del Gambero Rosso
C’è però un altro cambiamento a mio avviso importante: dal volume sono spariti i locali vocati alla birra, quelli per intenderci che erano valutati con il simbolo dei boccali. Sapevo già di questa scelta, condivisibile e ben motivata dal direttore in una riunione con gli autori delle “schede”. In effetti si trattava di una presenza aliena, in una pubblicazione cartacea già abbastanza ingombrante. Insomma non c’è più posto per quei pochi pub gastronomici, così come da tempo non c’è spazio per i locali dedicati al sushi. Per questi viene pubblicata una guida a parte e per le birrerie no, ma è pur vero che a scrivere sia di ristoranti che di birra siamo in pochissimi.
Le reazioni
Reazioni di fronte a questo taglio fisiologico operato nella più autorevole guida gastronomica nazionale, francamente non ne ho intercettate. A conferma di quanto scrissi qualche mese fa, e cioè che al mondo della birra artigianale non frega nulla del buon cibo. Due pianeti distanti che non si sono mai allineati, un fallimento paventato da anni. Ne prendiamo atto, ma non senza un pizzico di rammarico per un’opportunità persa dal comparto birrario.