Al Satricvm di Latina il menu degustazione è un’Odissea. Nessuna metafora riferibile al numero delle portate, sia chiaro, l’affermazione va intesa in senso letterale. Lo chef Max Cotilli ha infatti creato un intero percorso ispirato al viaggio di Ulisse, in cui ogni piatto rimanda a un episodio narrato nel poema omerico.
Toponomastica
Aveva iniziato nel 2023 con il menu “Alice in Wonderland”, ma Max Cotilli ci ha preso gusto e ha deciso di continuare con i suoi menu “narrativi”. Dopo Carroll, a fornire suggestioni e ispirazioni è stato addirittura Omero. D’altronde, la toponomastica della zona è quella che è: il Satricvm non si trova molto lontano dal Circeo, o dalla Riviera di Ulisse, e lo stesso Cotilli è originario di Nettuno.
Un menu epico
Ai tempi della scuola l’epica era una delle mie materie preferite e ho sempre studiato volentieri le opere di Omero. Ho solo un rimpianto: quello di avere una pessima memoria. E allora quale migliore occasione se non quella darle una “rinfrescata” attraverso un percorso gastronomico? Come dicevo, da Satricvm ogni portata evoca, nella forma e nella sostanza, a una delle avventure in cui è coinvolto Ulisse durante il suo viaggio da Troia verso casa.
La formula
I menu ispirati all’Odissea sono due: “Nessuno” da 5 portate (70 €, si sale a 100 € con l’abbinamento) e “Itaca” di 8 portate (90 € solo il menu, 130 € con abbinamento di 6 calici). Volendo i piatti possono essere anche ordinati singolarmente alla carta. Il consiglio, tuttavia, è quello di lasciarsi coinvolgere in uno dei due percorsi, magari senza rinunciare agli abbinamenti (di vini e non solo) pensati da Sonia Tomaselli, vero valore aggiunto dell’esperienza.
I 3 piatti più sorprendenti
L’effetto sorpresa è una componente essenziale per un menu del genere. Evito dunque di “spoilerare” troppo e mi limito a descrivervi i 3 piatti che, per gusto o per estetica, mi hanno stupito di più.
Penelope e la sua tela.
Fili di pasta di semola, grano e farina di lino (scelta non casuale) intrecciati, che rievocano la mitica tela, tessuta dalla moglie di Ulisse e disfatta di notte per ingannare i Proci . Una lavorazione che ricorda quella dei filindeu sardi. La pasta in questo caso viene risottata con una bisque di crostacei e servita con tartare di scampi, feta greca e tzatzichi.
Le sirene
Il richiamo evidente è a uno degli episodi più famosi del poema omerico: quello delle sirene e del loro canto ammaliatore e mortifero. Il piatto è presente da tempo nel menu del Satricvm e si inserisce perfettamente a livello narrativo nel menu dedicato all’Odissea: coda di rospo in salsa di coda alla vaccinara, con coda di pane croccante e olio al sedano.
Iperione
Podolica vecchia, frollata per 30 giorni, arrostita con limone bruciato e un melange mediterraneo di erbe e spezie. Il riferimento, in questo caso, è ai buoi sacri del titano Iperione, dio del sole, che Ulisse e i suoi uomini non avrebbero dovuto mangiare. Notevole l’intuizione di Sonia Tomaselli dell’accostamento con un vino liquoroso, il quale aggancia perfettamente la speziatura presente nel piatto. Quello col Josephine Rouge di De Bartoli è, in un certo senso, un abbinamento anche territoriale: un vino siciliano per un piatto che rievoca un episodio mitico ambientato proprio sull’isola.
Foto: Lido Vannucchi
Satricvm
Strada Nettunense, 1227, 04100 Le Ferriere – Latina
Telefono: 349 192 3153
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